Home>Le Rubriche>Curiosità>Vi siete mai chiesti perché Venezia sia invasa dai piccioni?
Vi siete mai chiesti perché Venezia sia invasa dai piccioni? Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo dato da mangiare a questi strani esseri che scattano appena ci si avvicina. Non ditemi poi che non li avete mai rincorsi cercando di prenderli, o abbindolati con dei chicchi di grano comprato in Piazza San Marco! Ma ecco alcune ipotesi sulla loro massiccia presenza sull’isola:
La prima leggenda vuole che una coppia di questi uccelli sia stata donata ad una dogaressa triste per la lontananza del suo amato Doge. La coppia di piccioni, maschio e femmina, avrebbe dovuto allietare le giornate della donna, togliendole un po’ di sofferenza.
C'è chi sostiene invece che i primi fossero stati inviati a Venezia dal Doge Enrico Dandolo per annunciare la vittoria a Costantinopoli e la relativa conquista della città: per la gioia, i due animali sarebbero poi stati nutriti dalla popolazione in festa, e di lì in poi sarebbero proliferati.
Altra ipotesi, più triste delle altre, narra che i piccioni provenissero dalla terraferma, accompagnando i profughi di Altino (452 d.C.).
Un’altra leggenda racconta che la domenica delle Palme i rappresentanti dei sestieri donassero al doge una coppia di piccioni, per poi cacciarli e mangiarli la domenica di Pasqua. Alcuni di questi sarebbero riusciti a scappare.
Unica cosa certa è che i colombi furono utilizzati dai mercanti, dalle spie e dagli ambasciatori veneziani all’estero per comunicare molto rapidamente con la madre patria, e per questo motivo vennero sempre tenuti, nutriti, curati ed utilizzati.
In pace e in guerra questi particolari “postini” diedero il loro contributo per la crescita, lo sviluppo e la prosperità della Serenissima. Ora si sono moltiplicati in modo esponenziale, tanto da creare dei problemi ai cittadini e alla città, anche se i turisti continuano ad apprezzare la loro simpatica compagnia.
Eva Nardo
Conoscete qualche altro possibile motivo della loro presenza? Scriveteci a info@venetoworld.com.
Potete anche inviarci qualche foto con queste simpatiche, a volte fastidiose, presenze.
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