L’artista riproduce il movimento di due acrobati focalizzandosi su forme slanciate e armoniose. Ciò che caratterizza l’opera è la sua dinamicità, infatti gira su sè stessa, come i “Mobile” di Calder, dando la sensazione di riprodurre un volume virtuale. poichè si è spinti a metterla in movimento affinchè “svolga” il suo ruolo di riempire, abitare e rompere la sua spazialità, gli acrobati sono al tempo stesso scultura e “attori”.
Tecnica: ferro battuto